Paolo Reale: ICT & Digital Forensics Consulting

ICT & Digital Forensics Consulting

Digital forensics

Che cos’è la digital forensics?

  1. Analisi del computer utilizzato dalla vittima Simonetta Cesaroni: i consulenti tecnici della ditta fornitrice dei programmi (utilizzati su quel computer) svolsero una verifica facendo emergere che il computer aveva iniziato la sua attività alle 16:27 del 7.8.1990 ed era stato spento accidentalmente all’1:26 dell’8.8.1990, nel corso del sopralluogo di PG, e proprio questo spegnimento accidentale aveva fatto sì che ci fosse ancora traccia delle attività svolte nel pomeriggio del 7 agosto, presumibilmente a partire dalle 16:27 (posto che in quei vecchi modelli di computer era l’operatore a dover indicare la data e l’ora di accensione dopo ogni spegnimento). Verso le 17:00-17:10 si era fermata poiché non riusciva ad inserire dei codici, e quindi chiamò telefonicamente per avere un aiuto. Il codice suggerito tuttavia non risultò mai inserito nel PC. In effetti fino alle 17:15 circa Simonetta era viva e stava lavorando come risulta dai riscontri telefonici.

Quanto sopra riportato è la più nota tra le prime effettive attività di Digital Forensics in Italia, ed è in sé esemplificativa de: la difficoltà di trattamento del dispositivo digitale (qui rintracciabile nello ‘spegnimento accidentale’, frutto di un’operatività improvvisata sulla scena del crimine, ma in questo caso provvidenziale), la difficoltà di ricostruire tutti i fatti avvenuti con certezza (l’orario del computer non sincronizzato in automatico), la difficoltà di interpretare i risultati (il significato del codice ancora non inserito), ma soprattutto l’importanza di questo tassello nel ricomporre il quadro complessivo, inserendolo nel contesto delle altre prove raccolte.

Dal 1990 ad oggi, definire pervasive le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (Information and Communication Technology o ICT), sia nell’ambito dei processi produttivi e industriali che nella vita quotidiana (attraverso l’uso di dispositivi e strumenti digitali), è un’osservazione banale ed ovvia. A tale rapidissima rivoluzione nelle abitudini quotidiane, non è corrisposta –parallelamente- analoga consapevolezza culturale su quali siano i limiti e le opportunità di queste tecnologie, spesso quasi confuse con la fantascienza, a volte guardate con sospetto, per non citare aneddoti e leggende metropolitane in cui sono considerate a livello di superstizione.

E’ altrettanto evidente, e per questo è un tema attualmente dibattuto, il problema del digital divide, non solo nell’accezione infrastrutturale del termine, ovvero le possibilità di accesso, ma anche nella diffusione e applicazione operativa dell’ICT nella gestione della pubblica amministrazione e nella vita del Paese, aspetto di cui si sta occupando l’Agenda Digitale Italiana recentemente istituita.

Necessariamente nel prossimo futuro saremo testimoni di un’evoluzione tecnologica e di un’informatizzazione capillare anche nell’amministrazione della Giustizia, con ciò non escludendo che già da qualche tempo la Giustizia Civile e Penale si stia confrontando con il mondo digitale attraverso la valutazione, nei procedimenti, delle evidenze provenienti da sorgenti digitali, frutto delle attività di Digital Forensics e delle sue diverse branche. A volte ciò avviene non senza difficoltà e contraddizioni: da un lato la ragionevole prudenza dei giuristi, che cercano di comprendere l’affidabilità e la validità di questa disciplina comunque recente ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’, dall’altro lato i reparti scientifici della Polizia Giudiziaria, i Consulenti e i Periti, che spesso hanno operato in un contesto destrutturato, visto che solo nel 2008 è stato  formalizzato e regolamentato in modo specifico l’approccio alla raccolta e gestione dell’evidenza digitale.

Per cominciare un percorso  di accesso al mondo della Digital Forensics, non già nei suoi contenuti tecnologici, ma nelle sue potenzialità quale preziosa sorgente di evidenze di interesse per il procedimento giudiziario, si suggerisce la lettura dell’articolo “Introduzione all’investigazione nel mondo delle prove digitali” di P. Reale, pubblicato su “LA CORTE D’ASSISE”, rivista quadrimestrale di scienze penalistiche integrate, n. 1-2/2021.